C’è chi sfrutta le IA anche come compagne di gioco, dunque come passatempo: è semplice e divertente, ma anche pericoloso.
L’intelligenza artificiale è una tecnologia già entrata a far parte della vita di chiunque. Le IA non vengono sfruttate solo a scopo professionale, per gestite per esempio le grandi moli di dati, fornire supporto di calcolo, produzione o ragionamento, ma anche per informarsi, dialogare, sperimentare e giocare.
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In tanti hanno già cominciato a interagire con i chatbot per passare il tempo, inventare nuovi giochi o confrontarsi con una nuova forma di intrattenimento. Tutto ciò nonostante il fatto che da più parti continuino a levarsi allarmi sui vari pericoli insiti nell’uso superficiale di questa tecnologia.
I ragazzini ormai hanno imparato ad affidare all’intelligenza artificiale non solo le incombenze scolastiche, chiedendole aiuto per i compiti, le ricerche e i temi fornire, ma anche oneri di intrattenimento. Tutto ciò anche se, affidandosi alle IA, annullano di fatto lo sforzo intellettivo e critico, esponendosi a possibili forme di disinformazione e a problemi di privacy.
Ecco perché in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, si parla già di problemi legati all’eccessiva dipendenza dall’IA. E non è difficile intuire che chi si è già abituato a rivolgersi costantemente a questa tecnologia per avere risposte rischia di disabituare la mente alla riflessione autonomo e alla capacità di ragionamento. Sotto questo punto di vista, fa un po’ specie pensare che oggi, oltre a lasciare all’intelligenza artificiale buona parte del lavoro pesante, ci si rivolga a essa anche per divertirsi.
IA, sugli smartphone e sui PC, usata come passatempo
In teoria, all’IA, è anche possibile chiedere di inventare giochi di parole, rebus o indovinelli. In tanti si sono già abituati infatti a usare l’intelligenza artificiale come una specie di rivista online interattiva con cui divertirsi o passare il tempo. Invece di usare videogame o navigare sul web, in tanti oggi ammazzano il tempo dialogando con ChatGPT o altri chatbot.
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C’è poi chi usa l’intelligenza artificiale per creare storie interattive, cioè per dar forma a trame e personaggi unici basati sulle scelte del giocatore/utente. Si tratta di una dinamica che riprende i vecchi giochi di testo o le avventure grafiche. Gli algoritmi delle IA possono poi offrire sfide strategiche più complesse nei giochi di ruolo, come per esempio D&D, adattandosi alle mosse del giocatore.
Certo, l’IA può simulare una conversazione e può interagire con l’utente soddisfacendolo in varie richieste, ma non bisogna dimenticare che si tratta solo di apparenza. L’IA non possiede infatti intelligenza emotiva ed empatia. Tutte le interazioni con l’intelligenza artificiale sono dunque meccaniche e non fanno altro che assecondare le richieste umane senza alcun tipo di reale impegno sociale, intellettivo o creativo.
Usare l’IA come un passatempo è sbagliato anche da un punto di vista pratico. Ogni volta che si usa un chatbot per un’esigenza superficiale si sta promuovendo uno spreco inutile di risorse e di energia. Per funzionare, le IA hanno infatti bisogno di enormi risorse computazioni e di tantissima energia. Solo l’acqua che si spreca per raffreddare i server raggiunge cifre spaventose. Gli hardware specializzati come GPU e TPU, su cui si basa il funzionamento delle intelligenze artificiali, richiedono poi un’ingente quantità di elettricità.