A proposito di IA, ecco che cosa può succedere nei prossimi dieci anni: non si tratta di notizie, purtroppo, propriamente positive. Andiamo a vedere che cosa è importante sapere a riguardo.
Come è noto, l’Intelligenza artificiale rappresenta allo stato attuale delle cose la nuova frontiera in senso assoluto della tecnologia. Si tratta di un qualcosa che, entrato nelle nostre vite ormai qualche tempo fa, sta rendendo possibili sempre di più possibili delle cose che un tempo era difficile anche solo immaginare. Basti pensare a quante soluzioni offrono i vari chatbot che sono in circolazione. Per i quali esistono delle versioni a pagamento straordinarie, ma anche quelle gratuite offrono davvero tanti spunti interessanti e ci permettono di godere di davvero tanti vantaggi.

Ovviamente, però, in un contesto del genere, ancor di più se si tiene in considerazione che è una materia di cui la maggior parte delle persone sa davvero ben poco, è del tutto inevitabile farsi una domanda. Ed è la seguente: quali sono gli orizzonti che l’IA ha? Arriva in tal senso una previsione su scala mondiale dell’impatto che l’intelligenza artificiale potrà avere nella nostra vita. Ed ovviamente le soluzioni che offrono sono tante, ma ci sono alcuni aspetti che non possono non destare qualche timore, come si suole dire.
IA e le prospettive nei prossimi dieci anni: alcuni tremano
Chiaramente a proposito di IA la prospettiva più allarmante ed allo stesso tempo anche interessante riguarda sicuramente il mondo del lavoro. Come è evidente e facilmente immaginabile, infatti, ci saranno alcuni lavoratori che saranno fisiologicamente sostituiti dall’intelligenza artificiale. Secondo il focus Censis Confcooperative «Intelligenza artificiale e persone: chi servirà a chi?», c’è una stima pari a 6 milioni di lavoratori che potrebbero perdere il proprio lavoro perché sostituiti nel processo produttivo dall’intelligenza artificiale.

Non si tratta propriamente di una notizia positiva per usare un eufemismo, dal momento che intere professioni tremano letteralmente. I profili maggiormente a rischi sono i contabili, i tecnici bancari, gli statistici, i matematici, i periti, i tesorieri ed i ragionieri. Le donne andranno a rischiare ancora più e questo va in controtendenza con gli sforzi fatti negli ultimi anni. Ma non è l’unico elemento che allarma ancora di più.
Paradossalmente, infatti, quelli che vanno a rischiare maggiormente in senso assoluto, seppur in maniera controintuitiva, i laureati potrebbero vedere i propri lavori rischiare la sostituzione maggiormente rispetto a chi ha un basso livello di istruzione e svolge dei lavori propriamente manuali. D’altronde nella natura dell’IA c’è quella di sostituire l’intelligenza umana e non di certo la manualità. La previsione in questione riguarda i prossimi 10 anni. Vediamo quante cose andranno così.