Il mondo del lavoro è destinato ad essere rivoluzionato dall’intelligenza artificiale. A rimetterci saranno soprattutto le donne: ecco perché.
L’intelligenza artificiale è in grado di migliorare la nostra produttività, semplificando lo svolgimento di numerose mansioni. Eppure, quando si parla di IA, sono in molti a guardarla con un certo sospetto: il timore che prima o poi verremo tutti sostituiti dalle “macchine”, infatti, non fa altro che aumentare di pari passo col progresso tecnologico. A quanto pare, però, non si tratta di una paura totalmente infondata: a rimetterci, in futuro, saranno soprattutto le donne.

Il settore della tecnologia fa passi da gigante, con implicazioni nelle vite di tutti noi. L’intelligenza artificiale è diventata uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni e, accanto ai suoi sostenitori, ci sono tanti oppositori che ne sottolineano i possibili rischi. La perdita di posti di lavoro, con lo scopo di ridurre i tempi e i costi sfruttando la tecnologia, è uno degli aspetti maggiormente discussi.
Col passare del tempo, è normale che il mondo del lavoro vada incontro a cambiamenti anche importanti, adeguandosi alla società. Secondo gli esperti, l’intelligenza artificiale avrà sicuramente un ruolo decisivo in futuro: come evidenziato da un rapporto Censis-Confcooperative, entro il 2035 in Italia saranno 6 milioni i posti di lavoro che potrebbero essere sostituiti dall’IA.
Intelligenza artificiale e mondo del lavoro: perché le donne sono più a rischio
I dati parlano chiaro: l’avvento dell’intelligenza artificiale porterà ad una crescita economica, che tuttavia andrà a discapito di milioni di lavoratori. Il 54% dei dipendenti ad alta esposizione di sostituzione è rappresentato da donne, mentre tra quelli ad alta complementarità le lavoratrici sono il 57%.

Saranno, dunque, queste ultime a rischiare maggiormente di essere sostituite dall’IA e il motivo si lega alla struttura del mondo del lavoro e agli ostacoli con cui le donne ancora oggi devono fare i conti. Infatti, sono tendenzialmente più impegnate in settori facilmente automatizzabili (tra cui vendite, servizi e amministrazione).
Tra le professioni maggiormente a rischio, troviamo contabili, bancari e tecnici. Il fatto che le donne continuino ad avere una presenza nettamente minore nei settori tecnologici contribuisce a rendere la situazione ancora più allarmante, col pericolo che il divario di genere nel lavoro non diminuisca ma, anzi, vada incontro ad un incremento.
Oltre alle donne, ad essere più esposti alla possibilità di una sostituzione sul posto di lavoro ci sono i laureati: all’aumentare del livello di istruzione, infatti, cresce anche il rischio di essere sostituiti. Precisiamo, infine, che l’intelligenza artificiale non andrà ad eliminare completamente le professioni che svolgiamo: in molti settori ci sarà un’integrazione dell’IA, che contribuirà anche alla nascita di nuovi lavori.