In caso di morte del marito, la vedova ha diritto anche a questa possibilità. Vediamo di che cosa si tratta nel dettaglio.
La legge prevede alcune prestazioni a favore dei familiari più stretti in caso di decesso di un lavoratore o di un pensionato. La più nota è certamente la pensione ai superstiti che può essere di reversibilità, in caso di morte di un pensionato che già riceveva il trattamento previdenziale, o pensione indiretta se a decedere è un lavoratore assicurato, in possesso di alcuni requisiti contributivi.

Si tratta di misure che per i familiari superstiti rappresentano una continuazione della funzione di sostentamento che svolgeva la persona scomparsa. In altre parole è una tutela previdenziale per i familiari conviventi e a carico dello scomparso. Ad esempio per il moglie superstite la reversibilità garantisce la continuità del sostentamento che forniva il marito scomparso con la sua pensione. Ma vi sono anche altre agevolazioni per il coniuge superstite in situazioni del genere.
Non solo reversibilità, l’agevolazione per il coniuge superstite
Dunque abbiamo visto che la pensione di reversibilità sia una tutela per il coniuge superstite, almeno parziale, fornendo dei mezzi economici necessari per una vita dignitosa e autonoma. Si attua così una continuità del legame familiare in special modo per chi era convivente e a carico della persona scomparsa.

Ma la pensione di reversibilità non è l’unica opportunità per il coniuge superstite. Cosa può fare per esempio una vedova con una figlia a carico? Una delle opportunità previste dalla norma è la possibilità di richiedere la detrazione per figli a carico. In particolare con le modifiche introdotte con la legge di bilancio 2025 sul regime di detrazione, è prevista la detrazione per i figli del coniuge deceduto conviventi con il coniuge superstite.
Questa detrazione da richiedere in sede di dichiarazione dei redditi è valida per i figli in età compresa tra i 21 e i 30 anni non compiuti, conviventi e a carico del genitore superstite e per i figli con età pari o superiore ai 30 anni con disabilità certificata con l’articolo 3 della legge 104 del 1992. La detrazione richiedibile è fino a 950 euro per ciascun figlio. Quindi una vedova con un figlio a carico di 22 anni, convivente con lei, può richiedere una detrazione fiscale con la dichiarazione dei redditi.
Questa novità è valida per i figli a carico, compresi quelli nati fuori dal matrimonio riconosciuti, per i figli adottivi, affiliati e affidati e come detto per i figli del coniuge conviventi e a carico del superstite. Un’opportunità dunque in più da sfruttare in queste circostanze.