Ci sono applicazioni che possono creare dei problemi, se utilizzate in maniera sbagliata. Cosa ne dicono medici e psicologi.
Nella vita quotidiana le applicazioni presenti su smartphone e tablet non servono esclusivamente ad attività connesse al gioco, alla comunicazione, alla gestione delle ricerca sul web o alle foto. Il loro utilizzo è ampliato a dismisura negli ultimi anni, toccando ambiti e contesti sempre nuovi e disparati. Cosi ci sono le applicazioni di gestione della nostra identità digitale, quelle per i servizi bancari e finanziari, quelle per l’attività fisica e sportiva e così via.
Elencare le possibilità offerte di informazione e uso quotidiano è un lavoro inutile, visto il numero incredibile di opportunità . Ma tutte queste applicazioni sono necessarie? O meglio ancora sono utili, o non creano problemi, oltre che offrire soluzioni valide? In effetti secondo alcuni esperti, medici e psicologi anche l’uso non critico e consapevole di questi strumenti può dare risultati negativi.
Un esempio degli effetti di un uso improprio di alcune applicazioni è dato da quelle conta calorie, usate largamente in moltissime diete fai da te, in voga sul web. Sono degli strumenti che servono a contare le calorie dell’alimentazione e quindi sono usate in vista di una modifica dei comportamenti alimentari. Ma il loro uso può essere inappropriato.
Infatti non educano a uno di stile di vita sano, ma si concentrano esclusivamente sull’aspetto numerico e quantitativo dell’alimentazione. Gli obiettivi di questi strumenti sono generici e non tengono conto delle specificità di ogni singolo organismo. Puntano esclusivamente sul numero di calorie giornaliere da non superare, senza considerare altri aspetti legati al benessere e all’educazione alimentare.
In genere queste applicazioni puntano soltanto sui numeri delle calorie, non valutando la qualità di un cibo o di un piatto. Non evidenziano che un cibo è sano per i nutrienti che contiene, per il loro equilibrio, per la risposta che danno ai fabbisogni dell’organismo. Inoltre le applicazioni spingono chi le usa a non sentire il proprio corpo, a non capire le sue necessità , riducendo il cibo alle calorie che contiene.
Per questo non servono ad avere un buon rapporto con il cibo, lasciando spazio a frustrazioni e stress, stimolando la preoccupazione per ogni deviazione dai numeri prestabiliti. Le applicazione, se usate troppo a lungo, possono favorire l’insorgere di disturbi alimentari come l’anoressia, la bulimia, l’ortoressia, il binge eating.
Quindi le applicazioni non educano a uno stile di vita sano, non aiutano alla consapevolezza necessaria per prendersi cura del proprio corpo. I bisogni dell’organismo non si riducono a numeri e obiettivi calorici da raggiungere. Un’alimentazione sana è molto di più che il numero di calorie giornaliere.
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