Rendere le lezioni più coinvolgenti, partecipative ed efficaci è l’obiettivo più o meno dichiarato di tutti gli insegnanti. Dopo mesi di Dad e grandi incertezze, gli studenti sono riusciti a tornare di nuovo in classe e a riprendere la normale routine scolastica. La didattica a distanza ha offerto ai docenti e a tutto il personale scolastico la possibilità di sperimentare nuove metodologie di insegnamento e formazione attraverso l’utilizzo di piattaforme innovative. La digitalizzazione ha avuto un forte impatto attraverso la pandemia, permettendo a docenti e studenti di sperimentare non solo la didattica a distanza ma anche la “didattica digitale integrata”. Il Ministero dell’Istruzione, infatti, ha colto al balzo l’occasione per dare una bella scossa all’ambiente scolastico e arricchire le metodologie di insegnamento attraverso l’uso delle nuove tecnologie per la didattica, applicabili sia in presenza che da remoto.
L’insegnamento interattivo
Nonostante i buoni propositi, la didattica a distanza e quella integrata hanno evidenziato alcune problematiche. Per esempio, insegnanti e studenti in Dad hanno sperimentato quanto sia realmente complicato mantenere alta concentrazione e partecipazione durante le lezioni davanti allo schermo di un PC o di un tablet. A questo punto è lecito porsi alcune domande: le piattaforme didattiche utilizzate durante la pandemia potranno essere utili anche nelle lezioni in presenza? È possibile migliorare l’integrazione di supporti e tecnologie digitali nella routine quotidiana degli studenti? Per aiutare gli stessi docenti nello sviluppo di nuove competenze digitali e nella sperimentazione di nuovi modelli di insegnamento gli istituti scolastici hanno intrapreso una serie di iniziative ad hoc: la tecnologia si annuncia come parte sempre più integrante della scuola del futuro.
Cosa si intende per scuola digitale
In quella che possiamo definire come “scuola digitale”, iI docenti sono stati chiamati a integrare metodologie didattiche innovative alle classiche lezioni in aula. In che modo? Attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali e strumenti ad hoc per offrire agli studenti una formazione adeguata al contesto attuale e rendere il loro apprendimento attivo e collaborativo. Gli insegnanti guardano ai nuovi strumenti tecnologici come a una grande opportunità per rendere la didattica digitale ancora più coinvolgente ed efficace (sia a distanza che in presenza). Per gli insegnanti diventa fondamentale puntare su una didattica focalizzata sul cosiddetto valore formativo delle discipline e la progettazione e la documentazione delle attività scolastiche deve tenere in considerazione le capacità attentive degli studenti. La videolezioni, per esempio, richiedono al docente alcune abilità/capacità non solo nella cosiddetta fase di pianificazione ma anche in quella della gestione: il tempo è qualcosa che va tenuto sempre sotto controllo, mentre è fondamentale saper coinvolgere gli studenti attraverso il lavoro di squadra (il famoso team working). E soprattutto ai docenti è richiesta una dote come la leadership, quell’autorevolezza che davanti al video non è facile ottenere. Infatti, gestire il tempo a disposizione davanti a uno schermo è molto più complicato di quello che ci si può aspettare, così come ottenere la concentrazione e attenzione dei propri alunni.
Come fare una lezione efficace a distanza
Stare davanti a uno schermo richiede non solo agli studenti ma anche agli stessi insegnanti uno sforzo supplementare che si traduce in una maggiore stanchezza visiva e uditiva. Per ottenere l’attenzione degli studenti è necessario farli partecipare e contribuire in prima persona alla lezione, svolgendo con loro delle attività o chiedendo loro di intervenire. Le stesse piattaforme di videoconferenza, fortunatamente, offrono a insegnanti e alunni molteplici possibilità di interazione: per esempio, usando un semplice sondaggio è possibile ottenere delle risposte immediate. Un altro aspetto che viene spesso sottovalutato riguarda la modalità di visualizzazione dell’intera classe sulle piattaforme utilizzate: è consigliabile sceglierne una che visualizzi tutti gli alunni, mentre per i docenti la webcam deve essere posizionata in modo da permettere delle inquadrature a mezzobusto. Può essere utile anche dividere i ragazzi in piccoli gruppi e fare delle lezioni specifiche (della durata più breve) per un certo numero di alunni: in questo modo gli insegnanti potranno migliorare l’interazione con i propri ragazzi e recuperare i cosiddetti tempi morti (per collegarsi, per esempio). La durata delle lezioni è un altro aspetto da considerare per riuscire a creare un’atmosfera collaborativa tra gli alunni.
Tecnologie per la didattica, un futuro già iniziato
Gli strumenti digitali e le nuove tecnologie per la didattica stanno rivoluzionando i processi di insegnamento: attraverso la realtà virtuale, per esempio, è possibile creare dei “laboratori” che possono migliorare l’apprendimento degli studenti: utilizzando dei normali visori 3D si potranno creare ambienti virtuali per eseguire esperimenti scientifici. La creazione di contenuti digitali offre a docente ed educatori la possibilità di personalizzare l’insegnamento creando delle esperienze/percorsi unici per gli studenti in modo che possano apprendere in base al proprio ritmo. L’integrazione della tecnologia diventa così fondamentale per stimolare il pensiero critico e il dialogo, soprattutto nelle materie STEAM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Arte e Matematica). La creazione di contenuti interattivi è un altro modo efficace per attirare l’attenzione degli alunni: l’interattività, infatti, aumenta non solo la loro partecipazione ma li aiuta a metabolizzare anche i concetti più difficili. Infatti, l’utilizzo di computer e altri dispositivi permette agli studenti di essere meno passivi nella fase di apprendimento, mentre l’insegnante riveste il ruolo di regista in questo processo. L’utilizzo di strumenti digitali permette anche l’applicazione di nuove metodologie didattiche: per esempio, con l’insegnamento capovolto (conosciuto come “flipped classroom”) è possibile arrivare a una gestione del tempo/scuola più funzionale, semplicemente invertendo il classico schema “lezione e studio individuale”. Infatti, a scuola lo studente si troverà a studiare sotto la supervisione dell’insegnante, mentre la lezione vera e propria verrà svolta a casa. La metodologia flipped classroom parte dal presupposto che l’ambito famigliare sia quello ideale per massimizzare le competenze cognitive degli studenti. La tecnologia, infatti, può essere utile per creare un ambiente meno stressante rispetto a quello che si respira abitualmente in aula, aumentando negli studenti l’entusiasmo per l’apprendimento e stimolandone allo stesso tempo la capacità di risolvere problemi o lo sviluppo di un pensiero.
Digitalizzazione e scuola, un connubio inscindibile
Con gli strumenti messi a disposizione dalla digitalizzazione (PC, tablet, dispositivi mobile e banda larga) cambieranno anche le aule scolastiche nel prossimo futuro (vedi approfondimenti sull’aula del futuro): docenti e studenti avranno a disposizione banchi, pavimenti e pareti interattive oltre alle famose LIM, le lavagne multimediali che vengono già utilizzate da diversi anni. Tutti questi strumenti tecnologici permetteranno agli studenti di interagire e collaborare tra loro in modo intuitivo, mentre gli insegnanti avranno la possibilità di trasformare l’aula in base alle loro esigenze (per esempio, in un laboratorio di musica o in una mini palestra per le lezioni di educazione fisica). Alcuni dispositivi, poi, potranno essere utilizzati non solo per fini didattici ma anche terapeutici. La tecnologia non sarà limitata solo all’utilizzo di questi dispositivi: la realtà virtuale, le stampanti 3D, la robotica educativa, il coding (programmazione) e l’intelligenza artificiale stanno lentamente rivoluzionando la didattica. Grazie alla realtà virtuale, per esempio, non sarà più necessario essere fisicamente in un’aula; con le stampanti 3D, invece, si potranno progettare e realizzare dei progetti speciali e semplificare concetti teorici complessi (vedi l’intelligenza spaziale); la robotica educativa utilizzerà i robot per rendere la didattica più interessante (può essere un’esperienza divertente per bambini e adolescenti) ed è perfetta per sviluppare le attività di gruppo; l’intelligenza artificiale verrà usata dagli insegnanti per identificare le lacune degli studenti e altro ancora. Insomma, la tecnologia sta cambiando il mondo scolastico e le metodologie di insegnamento e diventando una risorsa fondamentale anche per gli studenti con qualche disabilità o bisogno speciale. Curiosità, motivazione e collaborazione: la tecnologia sarà il trait d’union di una scuola digitale che punta sempre di più su innovazione e sicurezza per cercare di andare incontro alle esigenze e alle necessità dei docenti e degli studenti.
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