Pareti virtuali, pavimenti interattivi, lavagne multimediali: oggi è sempre più comune associare questi strumenti alla didattica e alla scuola, di tutti i gradi. L’aula scolastica del futuro è già qui e ne stiamo già sperimentando le potenzialità.
Il Covid-19 è riuscito a realizzare qualcosa che sembrava utopistico: paralizzare il mondo della globalizzazione. Nessuno, infatti, avrebbe mai potuto immaginare che un virus riuscisse a bloccare per mesi la società di Internet e la vita di tutti quanti. Uno dei settori più colpiti dall’emergenza sanitaria è stato quello dell’istruzione: la scuola italiana nell’ultimo anno e mezzo si è dovuta barcamenare tra restrizioni, Dad e un processo di digitalizzazione ancora in alto mare. Le conseguenze sull’istruzione dei bambini e degli adolescenti sono visibili tuttora: in tutto il mondo è stato calcolato che sono stati persi mediamente 74 giorni, più di un terzo dell’anno scolastico medio globale (stimato in 190 giorni). La scuola (come altri settori) si è dovuta riorganizzare rivedendo le proprie priorità e adottando nuove modalità di lavoro: l’esperienza maturata durante il Covid-19 non andrà sicuramente perduta e sarà fondamentale per la scuola del futuro. La pandemia, infatti, si è trasformata in un potente catalizzatore e l’impossibilità di frequentare una normale aula scolastica ha costretto professori, educatori e studenti a sperimentare nuove tecnologie e metodologie di insegnamento. Insomma, il Covid-19 è diventato così il punto di partenza per rivoluzionare la didattica ordinaria e per adattarla alle attuali esigenze della società moderna.
Didattica 3.0: Come cambierà la didattica nel futuro
Negli ultimi anni la tecnologia ha recitato un ruolo primario nel mondo dell’istruzione. Fino a trent’anni fa, per fare una ricerca l’unica possibilità che gli studenti avevano era quella di recarsi in una biblioteca e poi ricopiare tutto a mano o fare delle fotocopie. I computer esistevano già da tempo, ma la loro diffusione era piuttosto limitata. Ora tutte le informazioni sono facilmente a disposizione di chiunque ed è possibile collaborare a una ricerca direttamente dalla propria casa e in qualunque parte del mondo. Gli strumenti a disposizione di insegnanti e studenti ormai sono molteplici e sempre più innovativi. A tal proposito, quando si parla di futuro è lecito chiedersi come cambierà l’ambiente scolastico e il modo di fare lezione nei prossimi anni. L’attività didattica si preannuncia ancor più interattiva e coinvolgente, mentre educatori e professori avranno la possibilità di concentrarsi meglio sui singoli alunni, sulle loro reali esigenze e necessità. Per rendere più efficaci i percorsi scolastici verrà adottato un approccio di “adaptive learning” e le attività promosse in classe cercheranno di incentivare e stimolare la curiosità degli studenti.
Le aule scolastiche del futuro
La scuola del futuro dovrà essere certamente innovativa e soprattutto sicura. E dovrà adattarsi alle esigenze di professori e studenti: i giovani hanno sempre più bisogno di competenze tecniche. Per questo motivo, le aule tradizionali ormai sono superate mentre quelle del futuro dovranno soddisfare requisiti che favoriscano la partecipazione e la sperimentazione, partendo proprio da quella Didattica a distanza che bambini, adolescenti e genitori hanno utilizzato/utilizzano tuttora durante l’emergenza sanitaria. Con i fondi messi a disposizione dal PNRR (Piano Nazionale Ripresa Resilienza) la rivoluzione scolastica inizierà dagli stessi edifici e dalle stesse aule: la classica lezione “frontale” infatti non basta più e va rivista utilizzando nuove metodologie di insegnamento e soprattutto sfruttando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla digitalizzazione (PC, tablet, dispositivi mobile e accesso alla banda larga). L’insegnante, infatti, si muoverà tra gli studenti che lavoreranno sempre di più in gruppo: i banchi e le pareti interattive delle aule si potranno modificare in base alle necessità. Le scuole, poi, dovranno essere sicure e a misura di studente: le classi sovraffollate saranno un lontano ricordo. La pandemia ha portato a una rivoluzione dei calendari scolastici: ciò significa che nel prossimo futuro gli alunni potranno “vivere” le aule anche in altri periodi dell’anno e in orari diversi rispetto a quelli abituali: nei weekend, per esempio, oppure d’estate.
Gli strumenti tecnologici dell’aula 3.0. Come creare un pavimento interattivo
Le aule del futuro dovranno essere sempre più accessibili. Lo spazio scolastico andrà ripensato: l’adozione di pareti e pavimenti interattivi va in questa direzione. Gli alunni, infatti, saranno in grado di interagire con contenuti digitali senza avere alcun contatto fisico con la superficie: le pareti e i pavimenti interattivi muteranno al passaggio degli studenti, mentre i loro banchi interagiranno attraverso la semplice gestualità e così via. Per gli studenti più piccoli, avere a disposizione dei pavimenti interattivi su cui muoversi e con cui interagire può fare la differenza: le lezioni diventeranno più dinamiche e divertenti e, soprattutto, meno noiose. I movimenti dei bambini vengono rilevati grazie a una serie di sensori ed elaborati da un computer e un videoproiettore consentono loro di interagire con oggetti e spazi presenti nelle immagini proiettate, rendendo l’esperienza di gioco ancor più realistica e innovativa. Parlando di pavimenti interattivi, nella maggior parte dei casi, ci si riferisce a dispositivi “all-in-one” della grandezza di una scatola che vengono appesi al soffitto. Gli insegnanti, poi, potranno utilizzare i pavimenti interattivi non solo per far giocare gli alunni ma anche realizzare dei test o dei quiz.
Giochi da proiettare per una maggiore interattività in aula
I pavimenti e le pareti interattive possono offrire una serie di giochi educativi e attività da svolgere in gruppo. Questi sistemi, infatti, vengono sviluppati in collaborazione con insegnanti esperti di didattica e le stesse istituzioni scolastiche. I programmi/applicazioni (sono disponibili su diversi livelli) possono essere utilizzati per semplice apprendimento, puro divertimento o come terapia integrativa al trattamento medico. I programmi proposti contemplano l’ambito matematico/ambientale/logico/musicale e sono ideali per migliorare il coordinamento visivo/motore/spaziale e per sviluppare il “computational thinking”. Dallo schiacciare delle semplici foglie fino a camminare sull’acqua, dal rispondere a domande in inglese e francese fino a imparare del coding, le possibilità didattiche dei giochi da proiettare e degli esercizi che si possono svolgere tramite pareti e pavimenti interattivi sono davvero infinite.
Non solo pareti e pavimenti interattivi: una panoramica sugli altri strumenti tecnologici per la didattica
Le aule del futuro dovranno implementare le più moderne tecnologie per favorire l’apprendimento che ormai non è più limitabile alle sole pareti interattive degli edifici scolastici: servono sistemi avanzati (non solo per offrire una didattica a distanza qualitativamente superiore) anche per favorire il distanziamento sociale che purtroppo abbiamo conosciuto attraverso la pandemia. Le aule scolastiche dovranno dotarsi di dispositivi di pulizia dell’aria, oltre a utilizzare materiali lavabili e antibatterici che possano favorire le normali attività di pulizia. La tecnologia all’interno della scuola non sarà più limitata all’utilizzo di lavagne interattive o di computer e dispositivi mobile: luci e colori rivestiranno sempre di più un’importanza primaria attraverso pareti e pavimenti interattivi. Trasformare l’aula in un laboratorio di musica o per l’apprendimento di una nuova lingua richiederà al docente l’attivazione di una determinata configurazione/modalità, così come per una lezione di danza.
Touch Wall: cosa sono e a cosa servono – un supporto in più rispetto alle LIM
Nelle aule, poi, non potranno mancare certamente le “LIM”, le famose lavagne interattive multimediali che gli studenti stanno già utilizzando già da diversi anni. Dotate di uno schermo touchscreen, permettono a docenti e alunni di scrivere e disegnare (con appositi pennarelli digitali o con il semplice tocco delle dita) e sono collegabili a un computer o a un proiettore. Utilizzando dei software dedicati permettono agli insegnanti di preparare le lezioni in base alle proprie esigenze: si possono realizzare molteplici attività (navigare in Rete, proiettare contenuti testuali o visuali, svolgere esercizi interattivi e altro ancora). Non ci saranno “solo” le LIM tra gli arredi delle aule 3.0: le pareti interattive (conosciute anche come “muro interattivo” o “touch wall”) permetteranno agli studenti di interagire e collaborare tra loro in modo intuitivo e naturale anche lavorando contemporaneamente su più progetti. Il realismo garantito da questi strumenti è unico così come la qualità grafica: è possibile utilizzare la magia delle tre dimensioni per catturare l’attenzione degli alunni. Una parete interattiva può essere utilizzata non solo per fini didattici ma anche terapeutici, come nel caso di bambini con disturbi riconducibili all’autismo: il riconoscimento dei colori e delle forme, per esempio, può stimolarli a migliorare la loro coordinazione occhio mano.
Aula didattica 3.0
La tecnologia avrà un ruolo sempre più centrale all’interno della scuola: in un fantomatico futuro le lezioni verranno condotte online dall’intelligenza artificiale! La realtà virtuale, infatti, verrà utilizzata sempre di più per aiutare gli alunni a migliorare le proprie conoscenze. Attraverso i visori 3D si potranno creare ambienti virtuali per eseguire esperimenti scientifici e non sarà più necessario essere fisicamente in un’aula. Non solo visori 3D: le aule non potranno fare a meno delle stampanti 3D che potranno essere usate per progettare e realizzare lavori particolari: le applicazioni di questi strumenti sono svariate così come il loro utilizzo. L’intelligenza artificiale, poi, potrà aiutare gli insegnanti a identificare/colmare le lacune degli studenti, mentre la robotica si annuncia qualcosa di rivoluzionario per la didattica stessa, una risorsa preziosa per l’insegnamento. Imparare con i robot può essere un’esperienza divertente e può aiutare gli studenti non solo a migliorare le loro capacità di problem solving ma anche nella comprensione e nella spiegazione di concetti astratti/complessi non facili da assimilare. Insomma, non sono affatto male le aule del futuro 3.0!
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