Cosa cambia per la legge 104, dai nuovi calcoli emerge un incremento di 125 euro mensili. Una somma da non sottovalutare.
Con la legge 104 del 1992 sono cambiante molte cose per i disabili e le loro famiglie nel nostro Paese. La norma ha segnato una svolta importante, definendo i principi basilari del ruolo sociale delle persone disabili. In vari ambiti, dal lavoro all’istruzione, sono state indicate agevolazioni e prestazioni che facilitano l’autonomia personale e la partecipazione dei disabili alla vita sociale.

Anche per i loro familiari è arrivato un riconoscimento importante, che ha evidenziato il ruolo centrale dei care giver familiari nelle attività di assistenza e cura. La legge 104 ha subito nel corso degli anni modifiche e aggiornamenti che hanno recepito le richieste da parte dei soggetti interessati, ma resta un riferimento anche normativo ancora valido.
Il contributo di 125 euro per la 104, a chi spetta
In questi giorni l’INPS ha reso noto il nuovo limite di retribuzione, compresi i contributi a carico del datore di lavoro, per il congedo straordinario di due anni concesso dei familiari di persone disabili in condizioni di gravità. Questa prestazione spetta a tutti i lavoratori del pubblico impiego e del comparto privato, anche se con differenze procedurali tra i due settori.

Il congedo dura complessivamente due anni, anche se è possibile fruirne in modo frazionato e non continuo. È destinato all’assistenza del familiare disabile ed è retribuito in base all’ultimo stipendio del mese precedente la richiesta presentata. Come accennato e procedure per il pubblico impiego sono diverse da quelle del settore privato. Nel comparto pubblico, per ottenere la prestazione occorre in via preliminare l’emissione, da parte del datore di lavoro (segreteria scolastica o ministero), del decreto di ammissione.
Il documento è inviato all’ufficio competente (UCB per i ministeri, RTS per le scuole) per un controllo preventivo. Questo a loro volta lo inoltrano agli uffici stipendi per l’applicazione. L’organo di controllo poi re-invia il decreto di concessione con il visto all’ufficio che lo ha emesso. Il richiedente del congedo riceve dunque un’indennità, erogata dall’INPS, che non comprende TRF, TFS, tredicesima, ferie con anzianità economica bloccata.
L’indennità ha un limite massimo di 57.038 euro per il 2025. Questa somma comprende i contributi a carico del datore di lavoro con importo massimo mensile di 3.827 euro e limite giornaliero di circa 125 euro. L’indennità mensile quindi è incrementata di un dodicesimo, proprio perché non contiene TFR, TFS, ferie e così via, ma a dicembre non viene erogata la tredicesima mensilità.