WhatsApp periodicamente rilascia degli aggiornamenti, alcuni molto interessanti e utili. Ma l’ultimo che riguarda le emoticon è inquietante ed ecco perché.
WhatsApp è l’applicazione di messaggistica istantanea che utilizziamo ogni giorno per comunicare in tempo reale con persone vicine e lontane, per scambiarci file (foto, video, audio, documenti), per condividere la nostra posizione e quant’altro. Insomma, è davvero utilissima e non potremmo farne a meno, tanto nella vita privata quanto in quella lavorativa.

WhatsApp viene periodicamente aggiornata con particolare attenzione alla privacy e per renderla sempre più utile e funzionale. Ma proprio nell’ambito di uno degli ultimi aggiornamenti, che in particolare riguarda le emoticon, c’è un dettaglio davvero inquietante.
L’aggiornamento inquietante di WhatsApp sulle emoticon: ecco cosa prevede
Non riusciremmo più a comunicare senza le emoticon di Whatsapp. Le aggiungiamo per completare i nostri messaggi, per rendere ciò che scriviamo più incisivo oppure più simpatico. Eppure proprio queste sono al centro di una questione assai inquietante.

Diverse decisioni della Cassazione e dei tribunali prevedono che le emoticon di WhatsApp, al pari di messaggi scritti e vocali, diventino una prova nei processi. Però, nell’utilizzo dei social, appunto, bisogna sempre tutelare la privacy degli utenti. Questo lo dimostra anche un’ordinanza depositata il 20 febbraio dalla Cassazione in cui si afferma che non può scattare l’addebito della separazione sulla base di screenshot acquisiti illecitamente dalla coniuge su WhatsApp tramite il cellulare del marito, che ne dimostravano l’infedeltà.
Si legge su Italia Oggi, “se è certo che le conversazioni fotografate per sempre negli screenshot sono una vera prova non lo è altrettanto sull’utilizzabilità quando le informazioni vengono trafugate dal cellulare altrui. Più facile che diventino validi e utilizzabili nel processo penale dove non vi è la necessità di una prova legale ma il dato, comunque sia acquisito, può essere liberamente utilizzato dal magistrato. Diverso è in ambito civile dove è richiesto un maggiore rigore per tali prove che devono essere legali, nel senso che il giudice non può che dargli un valore prestabilito”.
In sostanza, le conversazioni fotografate con gli screenshot sono una prova ma non è sempre certa l’utilizzabilità di tali informazioni se vengono, appunto, acquisite illecitamente, ad esempio “sbirciando” sul telefono del proprio marito, o fotografando contenuti presenti in esso.
Per completare, il Tribunale di Foggia con la sentenza n. 1092/2022 ha affermato che le emoticon (ad esempio i cuoricini all’amante), possono essere causa di addebito della separazione a carico del coniuge che li ha mandati. Questo anche perché, gli screenshot, insieme alle testimonianze, consentono di datare l’inizio della relazione, che avviene durante il matrimonio, quando non c’è ancora tensione nella coppia.